Buio controluce
Paola Mongelli e Petra Probst si ispirano
al fotografo non vedente Evgen Bavcar
Enrico S. Laterza
Una sorta di rituale di gruppo, a rotazione, in tre stadi, ossia tre scatti dell’otturatore in sequenza, definisce un diverso rapporto – interscambiabile – fra modello, soggetto dell’immagine, ed autore, opportunamente bendato, mediante l’occultamento nella temporanea “cecità”, il solo riconoscimento tattile e vocale, quindi il successivo svelamento reciproco, la caduta di ogni maschera, il “piccolo risveglio” dei sensi dall’oscurità del profondo, la “magia dell’incontro”, secondo il metodo applicato dalle due artiste, la torinese Paola Mongelli e la bavarese Petra Probst, che si ispirano dichiaratamente alla illuminante teoria del maestro sloveno Evgen Bavcar, fotografo non vedente. Guardarsi dentro. Ad occhi chiusi. Bui. E mettere in luce. Dare alla luce.
Oltre il Buio
Il Teorema di Bavcar
Progetto foto-iconografico di Paola Mongelli e Petra Probst
Mostra a cura di Gustavo Giacosa
Fino al 26 agosto
ContemporArt Ospitale d’Arte
Villa Piaggio
C.so Firenze, 24 – Genova
Info: 010-9286677
www.contemporart.eu
L’immagine di copertina è tratta dal Progetto “Oltre il Buio” di P. Mongelli e P. Probst,
foto b/n di E. Bavcar © aut./ContemporArt